mercoledì 29 febbraio 2012

Il Camino de Santiago e la sua zuppa classica: il Caldo Gallego.



Un paio di post fa vi parlavo del Cammino di Francesco, il percorso naturalistico-spirituale che collega i quattro santuari della Valle Santa di Rieti, che si può percorrere in 4/5 giorni ospitati nei conventi o in Bed and Breakfast.
Giustamente, Tiziana di Pecorella di Marzapane (blog bellissimo, dateci un'occhiata!) ha detto che il suo desiderio sarebbe il Cammino con la "C" maiuscola, il meraviglioso Camino de Santiago.
Per quelle 3/4 persone che non sanno di cosa si stia parlando, posso dire in soldoni che è uno dei tre pellegrinaggi classici della storia, insieme a Gerusalemme e a Roma; un percorso medievale che portava i penitenti sulla tomba dell'apostolo Giacomo (el santo Jago, Santiago, appunto) dopo 800 km abbondanti. Il Camino, dopo un periodo di relativo calo, vive in questi ultimi anni una riscoperta, grazie anche a Giovanni Paolo II che qui organizzò la GMG del 1989. Ha tre percorsi principali, uno che raggiunge Santiago de Compostela dal nord, parallelamente alla costa; un secondo lungo la costa portoghese; ed il più famoso, il cosidetto Camino francese, che attraversa la Spagna quasi da una costa all'altra, partendo da St. Jean Pied de Port, e camminando praticamente parallelo ai Pirenei. Non ci sono scadenze fisse, ci si può mettere tutto il tempo che si vuole. Si possono percorrere anche tratti minori rispetto agli interi 800 km, ma per avere la Compostela, il certificato di avvenuto pellegrinaggio, bisogna aver percorso almeno 100 km a piedi o 200 a cavallo!
Il gruppo arrivato a Ponferrada, la nostra partenza
Perché parlo di Santiago sul mio FoodBlog? Perchè con un confratello ed un gruppetto di amici ho fatto 12 giorni di cammino nell'estate del 2008.  E' un'esperienza unica, una metafora della vita, con le sue fatiche, le sue cadute, il bisogno di ritrovare energie per ripartire. La mèta c'è, lo sappiamo, eppure ogni giorno, ogni mattina (le giornate, soprattutto d'estate, iniziano massimo alle 4.30 per non sentire troppo caldo) bisogna ricordare qual è la destinazione, e quali sono le motivazioni che spingono ognuno su questo percorso. Ogni persona che si incontra sul Camino, almeno chi ancora lo fa per i motivi reali e non per sport, porta con sé un bagaglio di dolore e di speranza; si massacra i piedi e le gambe per portare all'Apostolo la sua richiesta, il suo ringraziamento. E' faticoso, di una fatica che mai avrei pensato di poter sperimentare. Si dorme ospiti in ostelli attrezzati apposta, ma non si può stare lì per più di una notte, salve rarissime eccezioni. Il Camino è dunque movimento, sempre, in ogni condizione. 
La destinazione e il conto alla rovescia
Noi, in cammino
Ogni giorno si attende la sosta per il meritato riposo, ed ogni giorno, e qui c'è il mio aggancio, ci si ferma in qualche bar per un bocadillo (un panino) col jambon, o meglio ancora, per un menu del dìa, il menù del giorno, che ti permette con pochissimi euro di mangiare primo, secondo e contorno, e recuperare un pò. Uno dei piatti caratteristici è quello che vi presento oggi, questa zuppa fantastica, tipica della Galizia ma che si trova anche prima degli ultimi 100 km. E' una zuppa molto consistente, come potete leggere, ma anche economica, perchè fatta sopratutto con scarti di maiale. La si trova dappertutto, e nelle serate molto fredde (spesso l'escursione termica è forte, o a volte si salgono delle montagne e la notte fa freddo) è un toccasana che almeno scalda da dentro.

Al freddo, ma col Caldo Gallego!

Amiche!!!

L'ingresso in Galizia

'O Cebreiro, il più bel villeggio visitato
Notte a 'O Cebreiro
Vi posto la ricetta come la leggo dal grembiule, dalla "parananza" che i miei compagni di viaggio mi hanno regalato al termine del Cammino.

Il problema, ovviamente, sono gli ingredienti: sulla mia "parananza" gli ingredienti principali risultano essere la carne di maiale salata e il lacòn, una parte del maiale che da noi si usa per lo zampone. Possiamo sostituire la carne di maiale salata con "semplici" costarelle di maiale; per il lacòn invece, la parte finale del gambuccio san Daniele sembra sia una degna sostituzione;  meglio poi se è con l'osso, che in molte delle ricette originali è segnato proprio come ingrediente a parte.
Le loro cime di rapa, la verdura base di questa ricetta, mi sembravano identiche alle nostre. Per il chorizo (tipico insaccato speziato) non ci sono sostituzioni, quindi o provate a cercarlo (spesso, paradossalmente si può trovare in qualche discount che ha cose più internazionali), o lo comprate cliccando qui o qui (pubblicità gratuita, eh...); o meglio ancora ve lo fate portare da qualcuno che va in vacanza in Spagna, che, voglio dire, non è la Scandinavia!

I prodotti locali
Ingredienti per 6 persone:
500 grammi di gambuccio (ottimo il san Daniele quando sta per finire, con tutto l'osso)
400 grammi di costarelle di maiale
50 grammi di lardo, o anche di pancetta steccata
400 grammi di chorizo
4/6 patate
500 grammi di cime di rapa
250 grammi di fagioli secchi
250 grammi di fave secche
sale e pepe.

Preparazione:

In una pentola cuocete il gambuccio in abbondante acqua; ci vorranno almeno un paio d'ore, dipende dalle dimensioni. Regolatevi sentendo la consistenza con una forchetta dopo questo periodo. E' meglio se prima della  cottura, lo fate dissalare in acqua fredda per qualche ora, cambiando un paio di volte l'acqua. Io l'ho fatto e la zuppa era comunque molto saporita. Dopo circa un'oretta aggiungete a questo brodo iniziale le costarelle di maiale. 
Quando le carni saranno cotte, levatele dal brodo e tenetele da parte. Schiumate il brodo se è troppo grasso.
Intanto in un'altra pentola, dopo la solita nottata di ammollo, fate cuocere in acqua fredda i legumi. 
Quando saranno pronti, scolate i legumi, fate ridurre l'acqua di cottura e aggiungetela al brodo di carne. 
In questo brodo mettete a cuocere le patate fatte a dadini, il chorizo a pezzi e il lardo o la pancetta. Ci vorrà mezz'ora circa di cottura.
Dopo i primi 10 minuti aggiungete le cime di rapa, germogli inclusi.
Quando anche questi ingredienti sono cotti, potete assemblare la zuppa, servendola in scodelle di coccio con parti di prosciutto, di costarelle, il chorizo e le verdure.
Quello che avanza potete servirlo a parte.

Ecco qua, sembra laboriosa ma è una ricetta molto semplice, solo un pò lunghetta. 
Questo Blog sta prendendo una piega strana, ma mi piace che sia così. Perciò anche questa volta vi posto qualche foto del Camino, e non quelle della ricetta che in realtà non preparo da un pò.  Forse i miei compagni di Camino mi odieranno, ma siamo noi, autentici e devastati in ogni foto!

Colazione sostanziosa prima della partenza!
Io e la nebbia mattutina sui monti...
La gente, impietosita, ci sfama nei villaggi
Gli ultimi 100!


Si scende dai monti

Come i baraccati, con la pasta liofilizzata...
I pentoloni di rame nella più antica Pulperia di Galizia

Ingresso a Santiago!
Ce l'abbiamo fatta!

Ci sarebbe molto altro da dire, soprattutto culinariamente. Credo ci sarà prima poi bisogno di un post Santiago/2, almeno per parlarvi della nostra Sagra del "Bollo prenado" a Villafranca, o del famosissimo "pulpo gallego", che abbiamo inseguito, ma alla fine ggustato solo a Santiago. Sarà per le prossime puntate...
Buon appetito!

9 commenti:

  1. E' vero..lo ammetto!anche io in quel post ho pensato a Santiago e al mio amico Fabio che ha fatto tutto (!!!) a piedi!!!!è tornato diverso, cambiato, felice..ci voglio andare anch'io!!!Oggi è stata una giornata pesante e vorrei che il mio spirito si alleggerisse....Intanto però ....che ricettona!!!!!!!mamma mia!la farò prima o poi!!!!!
    P.S. Eravate proprio devastatiiiiiiiiiii!!!!:-)))Hmmmm, mi sa che dovrei rinunciare al "trucco e parrucco" per andarci :-D
    PS 2 spero che il tuo raffreddore sia passato|

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Yrma, raffreddore sconfitto con lo zenzero! Devastati è dire poco: ci credi che un giorno, a PortoMarin, ho letteralmente salito le scale della piazza a 4 zampe? Non tanto per dire, mani e piedi!!!
      Trucco e parrucco? Porta il necessario. Le ragazze del gruppo erano le persone più felici del mondo quando hanno tirato fuori il fondotinta e il copriocchiaie all'arrivo a Santiago!!!

      Elimina
  2. mamma mia che bello dev'essere stato! immagino la stanchezza...ma sicuramente ripagata da una sensazione di grande benessere spirituale!
    questa zuppa sarà di una bontà unica!
    abbracci

    RispondiElimina
  3. Ti ringrazio infinitamente, questo post mi emoziona… leggere di esperienze in merito al cammino di Santiago mi fa un po’ sognare. Ho paura che non riuscirò mai a viverlo, magari solo nei sogni, è stata una lotta dura riuscire a convincere mio marito alla scarpinata notturna sul Sinai, ma non me ne sarei andata dall’Egitto senza averlo fatto, figurati accontentarmi in quella che definirebbe una follia. Sicuramente direbbe che non ne ho la forza, ma il desiderio però c’è tutto!
    Belle le foto, le pecorelle sono amiche anche mie ^_* attenderò le prossime puntate ed intanto ti auguro buon fine settimana,
    Tiziana

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Tiziana, come tutti i cammini spirituali, lo farai se e quando sarà il momento; la strada si spianerà, ostacoli non esisteranno più, tutto sarà semplice, e tu camminerai verso la tomba dell'Apostolo. Vedrai che è così!

      Elimina
  4. Che bello questo post e che belle le foto. Vedo delle persone unite e felici!!!
    La ricetta poi è molto gradita, amo le cime di rapa le preparo spesso e come sono cucinate qui devono essere buonissime.
    Grazie.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Natalia, il fatto che si noti come eravamo uniti e felici mi riempie il cuore di gioia: Il Cammino è davvero una metafora della vita, e come nella vita, non ce la puoi fare da solo!
      Prova questa ricetta e fammi sapere.

      Elimina
  5. che bellissima esperienza, grazie per averne parlato qui sul tuo blog .

    Non conoscevo questo piatto, è sempre bello apprendere qualcosa in più della cucina internazionale, buona serata .

    RispondiElimina
  6. Io sono tornata trasformata !

    RispondiElimina