mercoledì 29 giugno 2011

Insalata di cereali estiva

Oggi un piatto unico, alternativo alla solita insalata di riso, ideale da portare in spiaggia o per una cena a buffet freddo. Molto semplice da preparare, economico e soprattutto coloratissimo!
Ingredienti per 8 persone

800 gr di misto cereali per insalate fredde
600 gr di gamberetti surgelati
1 avocado
1/2 melone
Olio
Limone
Sale e pepe

Cuocete innanzitutto i cereali (facendo un pò di pubblicità, io usa sempre "Flora Riso e Benessere", con riso integrale, orzo, avena, riso rosso integrale), ed una volta scolati passateli bene sotto l'acqua fredda per fermare la cottura. Versate sopra un pò di olio d'oliva, per evitare che i chicchi si attacchino tra loro, mescolate bene e lasciateli scolare fino al momento di condirli.
In un'altra pentola con acqua salata bollente, scottate per un minuto i gamberi già scongelati. Scolateli bene.
Tagliate a dadini della stessa misura sia l'avocado che il mezzo melone.
Mescolate tutti gli ingredienti con i cereali, condite con olio, sale, abbondante pepe macinato fresco, e se volete con una spruzzata di limone.
Girate tutto bene, e mettete a riposare in frigorifero fino al momento di consumarla (o di portarla in spiaggia).

foto presa da flahplaza.it
Come vedete un piatto velocissimo e davvero leggero. Non dimenticate, per la spiaggia, di tenere l'insalata in una borsa frigorifero: è un piatto che va davvero mangiato freddo, sennò i chicchi si appiccicano e l'insalata perde la sua fragranza! Buon appettito e buona spiaggia!

lunedì 27 giugno 2011

Il kebab (quello vero!)

Dicendo "quello vero", non voglio sicuramente dire che da questa ricetta nascerà per le vostre cene un kebab invidiato in tutto il medio oriente. No! Il fatto è che  l'universo "Kebab" è vastissimo, con molti diversi tipi a seconda delle regioni o anche delle singole città medio orientali (per averne un'idea, clicca qui). 
Per esempio quando noi italiani pensiamo al kebab, siamo ormai abituati a pensare a quel bel pezzo di carne che viene infilato in un'asta verticale e che girando viene cotto da un'apposita macchina. Beh, pur essendo sempre un kebab, quello, in medio oriente, è chiamato "shawarma". Girando per Israele ho trovato molti shawarma per turisti, come quelli che si trovano intorno alla stazione Termini a Roma, ma anche posti dove lo shawarma è eccezionale, un'esperienza gustativa e sensoriale che abbina alla carne (spesso di agnello, per i più coraggoisi a volta anche montone), un'accurata miscela di spezie; il tutto cotto a puntino, con un bel pezzo di grasso (sul quale non ho mai indagato, per rispetto al mio fegato) messo in testa alla carne, che scolando aiuta la cottura. Assolutamente da provare quando potete, magari da "Mr. Baguette", tra Nazareth e Kafer Kana, in Galilea, o da "HaShomen Shwarma", considerato anche da Lonely Planet come uno dei migliori shawarma di Gerusalemme.
 
Gerusalemme vista dal Monte degli ulivi
Ma detto questo, torniamo a noi: se ordini un kebab in Israele, mangerai dei pezzetti di carne, più facilmente delle polpette, infilate su uno spiedo alternate a pomodorini e cipolle, e cotte sulla brace. Per la mia ricetta uso macinato d'agnello (quindi farete polpette), più caratteristico, ma se volete potete fare un misto con del manzo, o qualsiasi carne risponda al vostro gusto.


Ingredienti  per 8 persone:

  • 800/1000 gr di macinato di agnello (o misto)
  • 1 cipolla finemente tritata
  • 1 uovo
  • La mollica di un panino ammorbidita nel latte
  • Qualche foglia di menta tritata sottilimente
  • 3/4 cucchiai di spezie da kebab (nei soliti negozi etnici) o in alternativa un miscela di:
  • Cumino
  • Coriandolo
  • Pochissima cannella
  • Paprika
  • Pomodorini
  • Cipolle piccole
  • Sale
  • Pepe

Per la preparazione, amalgamate semplicemente tutti gli ingredienti. La cipolla deve essere tritatata finemente, anche col frullatore se volete. Io dopo averla fatta a pezzi piccolissimo la salto per qualche minuto in padella, facendola colorire ma senza farla minimaente bruciare, e la aggiungo alla carne solo quando si è freddata.
Se il composto risultasse poco aggregato, potete aggiunere un altro uovo per legarlo meglio.
A questo punto fate delle polpette ed infilate negli spiedi in ferro, alternando ogni polpetta una volta con metà pomodorino, una volta con metà cipolla (o un quarto se fosse troppo sproporzonata nelle misure).
Cuocete questi spiedini preferibilment alla brace, la loro cottura originale. Se non avete l'opportunità di accendere un barbeque, il forno sarà un'ottima alternativa, aggiungendo un pò d'olio di oliva alla preparazione finale.
Come vedete, come sempre, è una ricetta facilissima da fare, molto gustosa per un barbeque estivo.
E vi accorgerete di come profumo di un kebab sulla brace possa risvegliare in voi la voglia di viaggiare lontano!

sabato 25 giugno 2011

La guacamole


La ricetta di oggi è la famosa salsa guacamole, base della cucina messicana, che può diventare un ideale antipasto per un pranzo o una cena estivi.
Avocados maturi
Diffusa dai tempi degli atzechi, è una ricetta semplicissima che ha nell'avocado l'ingrediente principale. Acquistare un avocado in Italia presenta un problema: anche se si trovano ormai frequentemente, gli avocados sono sempre venduti acerbi, ossia con la polpa durissima. Un avocado è maturo quando al tatto, magari premendo con il pollice, risulta essere molto morbido. Per cui se li comprate duri, aspettate qualche giorno che maturino, magari mettendoli in un sacchetto di carta insieme ad una mela e/o una banana matura, per accellerare il processo (come suggerisce Dario Bressanini nell'interessantissimo post del suo blog "Scienza in cucina", dal titolo "Avocado, un frutto strano").
Comunque, in qualunque modo vi procuriate degli avocados maturi, ecco la ricetta per un ottima Guacamole:

Ingredienti per 8 persone circa:

  • 4 Avocados
  • uno spicchio d'aglio
  • una piccola cipolla
  • due pomodori sodi
  • succo di un lime (o anche un po di succo di limone)
  • cumino
Per prima cosa dividete in due gli avocados. I noccioli sono duri e non si possono tagliare, quindi dovrete girargli intorno ed estrarli una volta separate le due metà. Per farlo senza sporcarvi troppo le mani, colpiteli decisamente con la lama del coltelo fino ad intaccarli, ed estraeteli tirando via il coltello. Conservate un nocciolo!
Per svuotarli, potete aiutarvi con un cucchiaio, soprattutto se sono ben maturi: è più facile, più veloce e molto più pulito dello sbucciarli. Inoltre raschiando via tutto l'avocado dalla buccia, si spreca meno polpa del frutto.
Raccogliete la polpa di avocado in una scodella grande; potete usare direttamente quella in cui servirete la Guacamole in tavola.
Schiacciate con una forchetta la polpa, finchè non sia diventata cremosa ed omogenea. Preferisco fare così, piuttosto che usare frullatori vari, perchè la consistenza resta più naturale e gli eventuali piccoli pezzi di frutto che rimangono intatti danno più gusto al tutto.
A questo punto non resta che mescolare alla polpa schiacciata tutti gli ingredienti: i pomodori tagliati a cubetti; l'aglio e la cipolla, fatti a pezzetti piccoli; il succo del lime, o un pò di succo di limone; una spolverata di cumino.
Aggiustate di sale e pepe, secondo i gusti, e mescolate bene, per far amalgamare tutti gli ingredienti.
Coprire con pellicola trasparente e lasciare riposare la salsa in frigorifero fino a 10 minuti prima della cena.

La guacamole è pronta!
C'è un trucco per non far annerire la polpa, che, nonostante il succo di lime, tende a scurire molto velocemente. L'ho imparato da Silvina, la cuoca messicana dei miei amici di Ventura, L.A., i Baumer. Durante la mia prima vacanza Usa, nel lontano 1991, ero iscritto ad un corso d'inglese. Ogni giorno Silvina preparava a me e ai piccoli Baumer per la scuola il classico sacchetto di carta per il pranzo, con sandwich di tacchino e guacamole; e per questo, da brava messicana, ne faceva in quantità industriali. Ogni volta che preparava la salsa, metteva nella ciotola un nocciolo di avocado, spingendolo un pò fino a risultare immerso per metà nella salsa. "Così l'avocado", diceva ridendo "pensa di essere ancora intero e non diventa nero". Io non so quale sia il motivo, ma posso dirvi che funziona: la Guacamole così scurisce solo poco e non diventa nera. Basta mescolarla un pò prima di servirla, e riprende il suo bel colore verde!

A seconda dei gusti, la Guacamole può essere arricchita in mille maniere (per avere idea delle mille varianti, date un'occhiata a avocado.org), magari aggiungendo tabasco o jalapenos per renderla piccante.
Oltre che per antipasto, mangiata con tortilla chips (o anche pane), è l'accompagnamento ideale per fajitas, tacos e tortillas (calmi, parleremo anche di cucina messicana...). Provatela poi con la carne arrosto: con una birra e un barbecue potrete sempre sognare di essere su una spiaggia messicana!

Volete un albero d'avocado? Leggete su avocado.org come fare. I semi li avete...


(le foto di questo post non della preparazione sono state prese da avocado.org)

venerdì 24 giugno 2011

Tagliolini con cannolicchi di mare

Oggi sono stato a pranzo a casa, e gioia delle gioie, ho trovato pesce fresco in tavola, come ogni volta che il figliol prodigo torna, e magari porta con sè i confratelli.
Ottimo il soutè di cozze, speciali come sempre i polpi "à la luciana" di mamma. Ma i tagliolini con cannolicchi, col sugo preparato da zio Pino, hanno davvero fatto la differenza! La pasta con i cannolicchi, qualsiasi formato di pasta, è tra le mie preferite, seconda solo agli spaghetti coi ricci. E' stato un miracolo trovarla avendo avvisato mio madre dell'arrivo solo alle 10! Vediamo come prepararli:

Ingredienti per 6 persone:

  • 1kg e 1/2 di cannolicchi spurgati (se fosse necessario, tenerli in acqua salata, meglio se di mare, dalla notte prima)
  • 600/800 gr di tagliolini all'uovo
  • 2 spicchi d'aglio
  • 2 filetti d'alice sotto sale
  • peperoncino
  • olio
  • prezzemolo (io non lo metto mai perchè non lo sopporto, ma non guasta)
  • sale e pepe.
Il procedimento è semplicissimo: dovete far aprire i cannolicchi come si fa per le cozze, gettandoli in un soffritto abbondante di olio, aglio, peperoncino (fondamentale, mettetene molto se vi piace, perchè sistema il gusto dolce dei cannolicchi), nel quale avrete precedentemente sciolto i filetti di alice. Una volta messi i cannolicchi coprite e lasciateli aprire con il vapore aspettando circa 4 minuti.

Quando sono aperti versate un pò di vino bianco secco e lasciatelo sfumare. Poi spegnete il fuoco, levate i cannolicchi dal loro guscio, e rimetteteli nel sugo.
Regolate di sale e pepe e quando avrete scolato i tagliolini, saltateli nella padella sul fuoco per qualche istante.
Cospargete di prezzemolo e servite.
Qualcuno aggiunge, dopo la sfumatura del vino, qualche pachino dimezzato. Sono comunque ottimi ma io li preferisco "in bianco".

Potete usare lo stesso procedimento per la pasta con qualsiasi mollusco: provatelo con le telline, con le vongole, magari facendovi furbi: le vongole comuni, i "lupini", sono saporitissime, e costano molto meno delle sorelle più grandi e ingiustamente più famose: le vongole veraci.
Volete degli ottimi frutti di mari? Cercate i prodotti "Supercozza".

giovedì 23 giugno 2011

Il gumbo di gamberi

Ecco un piatto che adoro, non particolarmente complicato da preparare buono, profumato e di grande effetto.
Si legge su wikipedia, alla voce "Gumbo":"Il Gumbo è una pietanza originaria dell'area degli Stati Uniti affacciata sul Golfo del Messico e in particolare della zona della Louisiana. Il piatto, consiste in uno stufato o una zuppa molto saporita". (Gumbo-Wikipedia).
Frutti di okra
L'ingrediente essenziale del gumbo, da cui peraltro prende il nome è l'okra, un vegetale che è ormai facile da trovare anche dalle nostre parti, nei soliti mercati o negozi alimentari etnici. E' questo vegetale, e le sue proprietà, che danno alla zuppa la consistenza collosa che la rende caratteristica. Nel caso non riusciste a trovarlo, e a me è successo, fate la zuppa senza ocra. Sarebbe un Gumbo senza gumbo lo so, ma apparte questo "piccolissimo" dettaglio, vi assicuro che il risultato è pressocchè uguale.

Vediamo come cucinare un buon gumbo:

Ingredienti per 6 persone:

  • 1/2 kg di okra affettati
  • 3 cucchiai di farina
  • 1 cipolla grande tritata
  • 1 tazza di sedano tritato grossolanamente
  • 3 o 4 spicchi d'aglio
  • 1 tazza di peperoncini verdi (non piccanti) tagliati grossolanamente
  • 250 ml di passato di pomodoro
  • 1 kg di gamberi freschi sgusciati
  • 1 cucchiaino di zucchero
  • 1 foglia d'alloro
  • riso Uncle Ben's (o se lo trovate il Texas Basmati è segnalato da molte ricette come il riso ideale)
  • sale e pepe
  • olio

Fate innanzitutto cuocere l'okra in poco olio, per circa 20 minuti a fuoco medio, mescolando continuamente perchè non bruci.
Il roux pronto
Preparate un roux (Cos'è il "roux") scaldando olio anzicchè burro, e facendo piovere da un setaccio la farina mentre mescolate il tutto molto bene. Quando la farina sarà completamente sciolta e il composto avrà un colore marrone chiaro, il vostro roux è pronto.
Aggiungete adesso la cipolla tritata, il sedano e l'aglio, e fateli appassire (se necessario aggiungete pochissima acqua). Dopo un minuto aggiungete anche i peperoncini a pezzetti. Se non trovate una buona qualità di peperoncini verdi non piccanti, potete usare tranquillamente un peperone verde fatto a cubetti molto piccoli.
Aggiungete la passata di pomodoro e l'okra, e cucinate mescolando finchè la passata non sia ritirata.
Abbassare la fiamma al minimo e continuate a cuocere per 45 minuti, aggiungendo 2 o 3 tazze di acqua calda (di più se si asciugasse troppo), poco alla volta.
Aggiungete i gamberi e la foglia d'alloro, e cuocete per altri 15 minuti.
La cottura del gumbo è finita. In ogni piatto mettete del riso cotto per assorbimento (vd la mia precedente ricetta: "Riso alle spezie" per le giuste proporzioni riso-acqua) e versate sopra ogni piatto di riso il gumbo.

Il RB's Jazz Kitchen
Disneyland 2004
Ho mangiato il mio primo gumbo ad Anaheim, L.A., nel Ralph Brennan's Jazz Kitchen, ristorante creolo in Dinseyland Downtown. Era il 2004, una vacanza fantastica con mio fratello e i miei zii: in auto da Phoenix a San Diego per il matrimonio di Nicole, una parente e cara amica. Quando voglio ritrovare i colori e i profumi di quel viaggio, mi preparo un bel gumbo, chiudo gli occhi e spalanco il naso. Perchè un profumo, se goduto appieno, può essere molto più evocativo di una foto! Così mentre mangio la mia zuppa creola penso alla stanchezza di quel giorno, dopo una giornata di Disneyland, ed un attraversata di Los Angeles di 3 ore per recuperare il cavo della telecamera dimenticato nel precedente albergo. Con questi gamberi tutto sembra meno lontano nel tempo!

Il sushi a Roma è Fusionfood


Ieri, dopo le fatiche universitarie, ho deciso di fare un giro per Roma di quelli senza meta, solo per il gusto di passeggiare e cercare di non pensare a cose serie. Insomma, un pò di quality time prima di ripartire verso il prossimo esame.
Onigiri
Visto che, cosa più unica che rara, avevo lo stomaco chiuso, per pranzo ho fatto la cosa giusta e sono andato da FusionFood, in via Angelo Brunetti, una traversa di via del Corso vicinissima a piazza del Popolo.
Di solito passo qua per un take away di fantastici onigiri da portarmi al cinema quando riesco ad andarci. Oggi ho deciso di mangiare al banco e devo dire che ho passato una bella mezz'ora, rilassante, leggendo un libro e mangiando dell'ottimo sushi preparato al momento.
Fushionfood è un take away, ma anche sushi bar con laboratorio a vista, il che garantisce la freschezza e rende visibile l'immediatezza del prodotto. L'ambiente è piccolino ed accogliente, con un bancone a muro per 6/8 persone e un paio di piccoli tavolini al centro, per poggiare le vaschette sushi. Leggo ora sul loro sito (www.sushifusionfood.com) che il locale è segnalato dalle guide Gambero Rosso 2007-2010, e non mi stupisce. Anche i prezzi sono tranquillamente abbordabili per un sushi bar. Con 15 euro si ha il sushi lunch, con 6 mini maki misti e 6 nigiri (tonno, salmone, spigola, gambero), ma ci sono vaschette miste anche a meno, oltre hai già citati onigiri, a 6 euro per due pezzi (e bastano davvero per sostituire un trancio di pizza quando si è in giro a passeggio).
Io vi consiglio vivamente di fare una capatina in questo locale quando potete. Se siete a Roma poi, c'è l'opportunità di consegne gratuite entro un'ora, oltre a sushi-catering.
Inoltre, e la cosa non guasta, il servizio è eccellente e i proprietari cordialissimi, e nel piccolo locale sono esposte mensilmente opere di artisti contemporanei, come una temporary art gallery.
Fatemi sapere cosa ne pensate!

lunedì 20 giugno 2011

Paccheri con filetti di san Marzano e ricotta salata

Sento l'obbligo morale di pubblicare ricette light, ma solo perchè è estate! E' strano l'effetto che questa stagione ha su di noi, dal punto di vista culinario. Si risvegliano odori e sapori freschi, di cose semplici, poco elaborate. Ecco una ricetta con queste caratteristiche, che ti aspetti di mangiare su una terrazza con gli amici, e che ha in più i vantaggi di essere economica, superveloce ed affatto complicata. E mi sembra un terzetto niente male!
Allora vediamo...

Ingredienti per 4 persone

  • 400 gr di paccheri (non mi chiedete la marca: continuerei a dire di Gragnano, Garofalo. Paccheri lisci o rigati dipende dai gusti)
  • 500 gr di pomodori san Marzano in scatola (si trovano anche già in filetti, altrimenti divideteli voi in quattro/cinque per il lungo)
  • ricotta salata (è quella stagionata, secca, da grattuggiare. Per chi preferisce si può sostituire col pecorino romano)
  • pangrattato
  • aglio
  • olio
  • sale e pepe
Per prima cosa prendete una teglia da forno, che sia abbastanza capiente da accogliere alla fine anche la pasta, e magari abbastanza carina da essere portata direttamente in tavola.
Foderatela con carta da forno, e disponete sopra i filetti di san marzano, poggiati sulla parte esterna.
Disponete intorno 3/4 spicchi d'aglio dimezzati, spolverizzate i pomodori con poco pangrattato.
Irrorate bene con olio extravergine d'oliva, salate e pepate, ed infornate a temperatura media finchè i pomodori non saranno appassiti, ma assolutamente non bruciati.
Tirate la teglia fuori dal forno, sfilate via la carta ed eliminate, se volete, l'aglio.
Scolata la pasta bene al dente (attenzione alla cottura dei paccheri, che si rompono molto facilmente se cotti appena un pò di più del necessario!), buttatela nella teglia, e giratela nel condimento, aggiungendo a gusto altro olio d'oliva ed eventualmente sale e pepe.
Grattuggiate sopra la pasta la ricotta secca e servite subito la pasta, molto calda.
Come vedete, non c'è neanche soffritto, il che garantisce alla pasta una leggerezza incredibile, adatta ai nostri pranzi post spiaggia. L'attenzione, non c'è nemmeno da dirlo, va data agli ingredienti principali, che sceglierei della massima qualità: gli stessi pomodori in barattolo, la ricotta, l'olio extravergine d'oliva, magari laziale, sabino, fruttato e intenso.
Buon appetito e fatemi sapere se vi piace

domenica 19 giugno 2011

Il pesto

Visto che nel precedente post ho parlato di una versione ridotta di questo eccelso condimento, ecco qui le dosi giuste e il modo per farlo in casa. Ho rubato la ricetta direttamente in Liguria, ai miei amici di Celle Ligure, con i quali l'ho preparato spesso ed in enormi quantità. Certo, dalla loro parte hanno la possibilità di usare il basilico più buono del mondo, foglia piccola e aroma che fa sbiadire il nostro. Se fate una passeggiata in Liguria, visitate a Celle l'azienda agricola di Paolo Calcagno (www.calcagnopaolobasilico.it) e fatevi un regalo più prezioso di ogni souvenir. Hanno serre che producono basilico tutto l'anno, e già il solo vederle varrebbe una gita.
Comunque, quale che sia il basilico usato, ecco la ricetta per il pesto:

Ingredienti per 6/8 persone

  • 1 spicchio d'aglio
  • 1 1/2 cucchiaio di pinoli
  • 1 pizzico di sale
  • 8 cucchiai di parmigiano
  • 50 gr di foglie di basilico
Se volete fare i puristi, la lavorazione di questi ingrediente andrebbe fatta, ovviamente, col mortaio. Noi lo preparavamo tranquillamente col frullatore ad immersione, più precisamente con l'accessorio in foto.
Bisogna frullare tutti gli ingredienti insieme, lentamente, fino ad ottenere una pasta omogenea, della consistenza quasi simile ad un pongo morbido.
L'importante è lavorare lentamente, aprendo ogni tanto il coperchio dell'accessorio, e spingendo verso il basso e verso le lame il pesto che tenderà a salire lungo i lati. Come notate, non si usa, in questa fase l'olio d'oliva.
A questo punto avete due opportunità:
  • Potete congelare la pasta ottenuta (no, tranquilli, non è poca, anche se sembra) e aggiungere poi l'olio solo al momento del condimento;
  • Usarla subito, e per questo aggiungervi l'olio extravergine d'oliva, (il migliore che avete, fa molta differenza), fino a raddoppiare la quantità.
Le serre di Paolo Calcagno a Celle Ligure
Mettete questo condimento in un piatto da portata, se necessario usate un pò di acqua calda di cottura della pasta per ammorbidire ulteriormente il pesto, scolate al dente la pasta che avete scelto e buon appetito!


Suggerimento: Il basilico, e di conseguenza il pesto, per essere eccellente non deve necessariamente avere un forte sapore. "Aroma pungente" non equivale a "buon pesto". In Liguria i miei amici, nel caso le foglie del basilico fossero troppo grandi e quindi troppo profumate, le scottano per un minuto in acqua bollente, per mitigarne l'aroma!

sabato 18 giugno 2011

Penne al tonno fresco e salsa al pesto

Potremmo dire di essere ufficalmente in estate qualche giorno prima?
Nonostante qualche bizzarria del tempo, il caldo sembra essere arrivato just in time. E se la spiaggia invece latita, ecco una ricetta catartica che porta l'estate e il mare ovunque siamo.

Ingredienti per 4 persone:

  • 320 gr. di penne rigate (direi Garofalo come prima scelta, o De Cecco. Ho fatto il bravo con la quantità, ma salite tranquillamente a 400 gr.)
  • 1 fetta di tonno freschissimo, di circa 200 grammi
  • 50 gr. di foglie di basilico fresco
  • uno spicchio d'aglio
  • 150 gr. di pomodoro fresco
  • olio
  • poco succo di limone
  • aneto (facoltativo)
  • sale e pepe
Per prima cosa marinate il tonno: tagliatelo a cubetti, mettetelo in una ciotola, aggiungete olio, poco limone, sale e aneto (non a tutti piace e non è fondamentale). Coprite con la pellicola e lasciate riposare in frigorifero per almeno un'ora.
Come tutte le marinate, più si permette al pesce di assorbire i profumi e meglio sarà. Ciò non toglie che si possa evitare la marinatura per ottenere una ricetta velocissima, e comunqe saporita.
Preparate poi la salsa al pesto: nel frullatore inserite le foglie di basilico, l'aglio e olio a sufficienza affinchè il composto risulti non asciutto. Frullate tutto insieme.
Tagliate a cubetti il pomodoro, scolateli bene e unite il pesto. Salate, pepate leggermente, amalgamate e mettete in frigorifero a riposare.
Prendete i cubetti di tonno, e se sono stati marinati, asciugateli dalla marinata con carta da cucina.
Fateli saltare velocemente in una padella antiaderente, finchè risultino colorati, ma non troppo, perchè il pesce non asciughi e diventi stopposo.
Scolate al dente le penne e aggiungete i cubetti di tonno, saltando velocemente.
Spegnete il fuoco, e lontano dai fornelli aggiungete la salsa al pesto, e amalgamate ancora bene.
Se necessario potete aggiungere un filo d'olio extravergine d'oliva, e, se volete, una spolverata di pepe.

Semplice, veloce, leggerissima, colorata. E soprattutto estiva. 
Chiudete gli occhi e respirate a fondo il profumo del tonno: dimenticherete dove siete, e viaggerete col cuore per tutto il tempo del pranzo.
Buon appettito!

venerdì 17 giugno 2011

Riso alle spezie (tanto per incominciare)

Non mi va di lasciare il blog subito senza ricetta, quindi vi posto un riso veloce veloce, eccezionale e di gran scena, facilissimo da realizzare.

Ingredienti per 6-8 persone:
  •  600 gr di riso (io uso il Basmati o il Thai, ma il profumo del Thai qui sarebbe sprecato perchè coperto dalle spezie)
  • 1,200 lt di acqua bollente
  • mix di spezie per riso
  • una cipolla
  • olio
Per prima cosa sciaquate bene il riso: ci vogliono almeno 4/5 cambi completi di acqua, soprattutto per il Basmati. Comunque cambiate l'acqua (o fatela scorrere lentamente) finchè questa non risulti limpida. Una volta sciacquato bene, scolate tutta l'acqua dal riso, benissimo.
Tagliate finemente una cipolla e mettetela ad appassire nell'olio in un tegame col fondo pesante.
A questo punto aggiungete le spezie. 
In ogni città ormai c'è un negozio alimentare etnico. Io a Roma ovviamente vado al mercato di piazza Vittorio (ricordatevi che chiude intorno alle 14.00). Chiedete qui, ad un qualsiasi bancone indiano, delle spezie per il riso, che l'omino vi miscelerà al momento probabilmente chiedendovi se le volete più o meno piccanti.
Io per questa dose di riso ne metto 3-4 cucchiai colmi, ma questo dipende dai gusti. Potreste provare a partire con un paio di cucchiai, che profumano il riso delicatamente.
Lasciate per poco tempo tostare le spezie nel soffritto di cipolla. Sentirete presto sprigionarsi l'aroma. A questo punto mettete il riso ben scolato e tostatelo nel soffritto speziato.
Se state molto attenti, sentirete, letteralmente, che il riso cambierà rumore nel girare nel tegame. Ci vuole orecchio ed esperienza, ma vedrete che è così. A questo punto, o comunque quando i chicchi di riso saranno diventati più trasparenti, aggiungete l'acqua (io non la salo mai per godere di più delle spezie, ma molti la preferiscono salata).
Appianate il riso e coprite con un coperchio che avrete precedentemente avvolto in un canovaccio (facilita la cottura a vapore).
Un negozio di spezie nel suq di Gerusalemme
Sembra strano, ma tutto qua: quando l'acqua sarà completamente assorbita, il riso sarà pronto. Per questo è fondamentale che si rispettino le giuste proporzioni di riso-acqua. Nel dubbio preferisco sempre mettere un pò meno d'acqua, assaggiare il riso quando si è asciugato, e se fosse ancora crudo, aggiungere altra acqua piano piano per portare a fine cottura.
Lasciate riposare coperto col coperchio-canovaccio qualche minuto, e poi scoprite!
Buon appetito!

nb: se si dovesse attaccare, e avete usato il Basmati, non fatene un dramma: spesso il Basmati attaccando fa una crosticina che lo rende fantastico. Fate credere a tutti che lo avete fatto apposta. Siete voi che create!





...fiato ai fornelli!

Un foglio bianco, per quanto virtuale, è sempre un'emozione.
Proverò a riempirlo di qualche cosa che abbia un minimo di senso; e se devo pensare a qualcosa di sensato, senza volare troppo in alto, la mia mente si sposta subito nell'unico locale di una casa che troverete ad ogni latitudine, in ogni cultura, in ogni periodo storico: la Cucina. Girate il mondo, sfogliate i libri. Potreste cercare, senza trovarla, una sala da pranzo; potreste fare pipì in un buco per terra; dormire su di un'amaca all'aperto. Ma state tranquilli: sempre, ovunque, c'è Sua Maestà l'angolo cottura! Perchè diciamocelo: la vita è una lotta, e dopo un giorno passato a correre, lavorare, sudare, tutto scompare quando ci sediamo ad una tavola e troviamo la giusta ricompensa.
Ecco, la sfida è rendere questa ricompensa giusta, e non l'ennesima punizione che concluderebbe degnamente la giornata!
Perciò sono qui con voi, cercando di condividere impressioni ed espressioni culinarie che raccolgo un pò ovunque: ricette italiane, orientali, americane. Sperando che un'enchillada, dei felafel, o più semplicemente i fantastici fagioli in umido cucinati ieri sera, possano innalzarci ad un livello superiore.
Vi avverto: difficilmente (forse mai) troverete qualcosa di dietetico. Non sono avvezzo alle bestemmie culinarie, tipo "melanzane alla parmigiana light". La parmigiana è fritta. E non si discute. Mi sforzerò cosamai ad aggiungere in appendice qualche consiglio per rendere le ricette più leggere. Ma non vi garantisco che ce la farò.
Vai col soffritto...